Belle arti

I protettivi nanotecnologici per le belle arti forniscono un sistema rivoluzionario per il recupero e la conservazione dei materiali di pregio.

Negli ultimi cinquant’anni il numero e la portata degli inquinanti è aumentata moltissimo ed i materiali archeologici ne hanno risentito moltissimo (basti pensare alle piogge acide, formazioni di muschi, deposito di sporco).
Negli ultimi decenni le principali metodologie utilizzate per proteggere questi materiali sono state a base di resine acriliche o viniliche che, contrariamente a quanto ci si aspettasse, hanno contribuito ad indurre un ulteriore degrado delle opere trattate.

I principali fattori di degrado natuarale

  • Acqua: può sembrare di no, ma l’acqua contribuisce al degrado sia allo stato liquido che in fase vapore.
  • Sbalzi termici: aumento delle dimensioni dei materiali quando vengono riscaldati o raffreddati.
  • Gas atmosferici: l’ossigeno, in adeguate condizioni climatiche, causa fenomeni di ossidazione dei materiali organici.

I protettivi possono apportare un contributo inimmaginabile al mondo delle Belle Arti: la formulazione ha la capacità di modificare la materia del substrato, trasformando l’energia di superficie da alta a bassa, così da creare un reticolo tridimensionale con una potente forza repulsiva che respinge qualsiasi contaminante: acqua, agenti inquinanti, grasso, sporco, calcare, ecc. fornendo una protezione straordinaria.

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