I protettivi nanotecnologici per le belle arti forniscono un sistema rivoluzionario per il recupero e la conservazione dei materiali di pregio.
Negli ultimi cinquant’anni il numero e la portata degli inquinanti è aumentata moltissimo ed i materiali archeologici ne hanno risentito moltissimo (basti pensare alle piogge acide, formazioni di muschi, deposito di sporco).
Negli ultimi decenni le principali metodologie utilizzate per proteggere questi materiali sono state a base di resine acriliche o viniliche che, contrariamente a quanto ci si aspettasse, hanno contribuito ad indurre un ulteriore degrado delle opere trattate.
I principali fattori di degrado natuarale
I protettivi possono apportare un contributo inimmaginabile al mondo delle Belle Arti: la formulazione ha la capacità di modificare la materia del substrato, trasformando l’energia di superficie da alta a bassa, così da creare un reticolo tridimensionale con una potente forza repulsiva che respinge qualsiasi contaminante: acqua, agenti inquinanti, grasso, sporco, calcare, ecc. fornendo una protezione straordinaria.